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Visualizzazione dei post da gennaio, 2010

Che senso hanno gli incubi?

Di solito dormo poco e non lascio molto tempo alla mia mente per catturare il ricordo dei mondi in cui ha viaggiato nottetempo, ma talvolta capita che mi ricordo qualcosa e cerco di ricollegarlo al vissuto, alle parole sentite, lette o pensate negli ultimi giorni, alle immagini che ho visto eccetera. Spesso al posto dei sogni ho il privilegio di rammentare con dovizia di dettagli i miei incubi. Stanotte ad esempio, ne ho fatto uno discretamente spaventoso, in cui un professore che ho davvero avuto anni fa mi portava a casa sua ed iniziava a provarci. In realtà il vero professore in questione è una persona mite e tutt'altri che viscida, ma stanotte l'ho rievocato così. Mi sono svegliata tre o quattro volte durante l'incubo, riprendendo il filo nel momento preciso, come dopo uno stacco pubblicitario. Alla fine, combattuta tra il denunciarlo o meno, mi confidavo con la mia amica e compagna di banco, fatto del tutto verosimile, la quale mi invitava a non pensarci e a pulirle ge

Considerazioni di inizio 2010

Nuovo anno. Nuovo inizio, si suppone. Ognuno di noi si sforza di pensare ai nuovi propositi, come se quelli dell'anno passato non fossero più validi, come se ciò che tentavi di realizzare l'anno precedente, col venturo fossero cancellati. Ci aspettiamo cambiamenti, fortuna, amore, soldi, tranquillità.. Le solite banalità ripetute fino alla nausea, augurate dalle liste di amici in rubrica, la maggior parte dei quali nemmeno conosciamo. Tonnellate di auguri vuoti di significato, ma pieni, oh sì, pienissimi di indifferenza. Ogni augurio dovrebbe essere speciale, ogni augurio dovrebbe essere particolare. Un nuovo inizio, porta sempre un poco di sollievo, come se tutto il PRIMA negativo fosse in qualche modo più lontano..Eppure, tra un'anno e un altro ci corre davvero poco.. Un attimo e siamo nel nuovo anno. Solo un benedetto attimo ci cancella l'angoscia di qualche minuto prima, solo un maledetto attimo ci allontana da un sorriso che ci ha scaldato il cuore. Come curarsi da

In bilico

Aprì gli occhi. Sul tavolino di vetro, due tazze di cappuccino piene fino all'orlo di morbida schiuma accanto ad un piatto con rotondi biscotti tempestati di mirtilli. Quei biscotti... "Sto ancora sognando." Pensò Nina richiudendo gli occhi. Nell'aria al profumo di caffè si mescolavano altri odori. Distingueva una lieve fragranza di lavanda. Ricordò una casa piena di lavanda essiccata nei vasi. Quella casa. Riaprì gli occhi. Era sveglia. Quel tavolino era identico a quello della sua camera ma la stanza...era un'altra stanza! Rivederlo non era tra i suoi programmi. Nina aveva sofferto due interi anni dopo che Michele l'aveva lasciata, ma ormai si sentiva forte e libera dall'ossessione. Aveva avuto due storie nel frattempo. Certo, per nessuno dei due ragazzi aveva provato qualcosa di paragonabile al suo amore per Michele, ma era comunque stata in grado di godere della compagnia di altri uomini e di provare dei sentimenti piuttosto intensi. Sopr

Senza abitudini

Mentre faccio stretching davanti allo specchio della palestra, concentrata sulle mie gambe, provate dalle lunghe corse nel freddo inverno, mi accorgo di non avere abitudini. "Oggi è giovedì" penso. "Stasera farò...non lo so!". Nella mia vita mancano i punti fissi. Ormai non ho più la serata che dedico a quel gruppo di amici e quella in cui esco con gli altri, il giorno del telefilm alla TV e la serata in cui cucino la pizza. Tutto casuale e variabile. Soprattutto sono sempre in città diverse. Mi fermo in un posto giusto il tempo di finire il pacco di biscotti che ho comprato il primo giorno. La mia stabilità in effetti è in disequilibrio. A volte mi sento oberata dalle cose da fare, in altri momenti fluttuo nel mio mondo interiore senza sapere quale sia il mio posto. Dopo anni trascorsi a fare tutto il più rapidamente possibile, senza soste, mi rendo conto di non sapere sfruttare il mio anticipo. Ci sono dei tempi fisiologici che dovremmo prenderci, ma non lo facci

Bianca

Era già gennaio e me ne stavo al riparo dal freddo e dalla pioggia nell'aula studio dell'università, benché sia già laureata e per il momento non abbia in mente di rimettermi a studiare. Davanti a me la schermata mi fissava, bianca come un foglio ancora immacolato. In testa tante parole, ma nessuna idea, nemmeno un progetto degno di fare da veicolo alla mia voglia di scrivere. Passa un ragazzo carico di volantini e ne appoggia uno sul mio tavolo. Lo prendo e lo giro. Fantastico. Scritte solo su una facciata, sono i miei preferiti. Prendo una penna dallo zaino e mi metto a scrivere. La schermata del computer può anche restare bianca, ma sulla carta trovo sempre qualcosa da scriverci.