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Visualizzazione dei post da 2012

Tartauguri e tartascarabocchi della vigilia

Il regalo di consolazione Il regalo che vorrei Il mio Natale e' fatto di neve e scivoloni fino a che non parto per l'Italia e allora e' fatto di tassista ungherese che promette di venirmi a prendere all'aeroporto quando tornero' il 2 pero' va bene che risparmierei ma io il cappuccino con lui non lo voglio prendere - che poi dove lo prenderemmo il cappuccino a quell'ora di notte quando atterra l'aereo da Milano e perche' visto che ho gia' i miei problemi a dormire?! -, e' fatto di aereo che decolla in ritardo e treno da Ostiense che grazie al dio dei treni e' in ritardo e prendo per il rotto della cuffia, e' fatto di controllore comprensivo che mi vende un biglietto invece di regalarmi una multa e di genitori dolcissimi che mi vengono a prendere. E' fatto di corsa a mezze maniche perche' qui' oggi e' caldo, e' fatto di biscotti da incartare perche' io non pago l'Imu, non ho la tv quindi niente ca

Tartacronaca Nr.12 - Di quando in aereo comprai una fabbrica di giocattoli

L'aereo atterra in anticipo pur essendo decollato in ritardo, come fanno spesso i mezzi di trasporto, solo per far rabbia alla logica. A Budapest ci hanno imbarcati in orario, ma siamo rimasti fermi in attesa di un passeggero che non si trovava. Lo hanno aspettato. Una gentilezza insolita e sospetta: scommetto che se facessi tardi io che sono una tartaruga come le altre dovrei rinunciare al mio volo - volo che è una follia (pensateci, mettete la vostra vita in mano al fato e a uno sconosciuto!) ancor più assurda se si pensa che sono un animale che entra in un aereoplano con tanto di casa e non porta nemmeno il bagaglio a mano! Ad ogni modo lo sconsiderato ritardatario, scampato non so come al linciaggio immediatoalla sua comparsa nel mezzo, vede bene anche di sentirsi male per tutto il tragitto, minacciandoci col sacchetto di carta a ogni lieve scossone del velivolo. "All'arrivo voglio stringergli la mano!" mi propongo, ignara di quanto la mia vita sarà diversa dop

Tartacronaca Nr.11 - post Milano, da Milano

L'ho fatto: ho lasciato Milano . E ve lo scrivo così, su due stivali, mentre la metro gialla transita tra Montenapoleone e Turati e un tipo dalla vocale e aperta all'inverosimile parla all'auricolare cercando convincere qualcuno ad acquistare qualcosa, dove l'uno non penso sia suo cugino e il "lcosa" presumo corrisponda a qualcosa di più costoso di un chilo di finocchi.  Ripeto, ho lasciato Milano . E da quando l'ho fatto vi trascorro piu' tempo di quando ci abitavo ed accettavo quasi qualsiasi incarico o invito mi portasse fuori dalla contro-Urbe. Infatti ora sono qui, a Milano, ma non ci vivo. Stamani ho corso al Parco Lambro, ieri sera ai giardini Indro Montanelli, domani chissà. Quel che è certo è che mercoledì stavo correndo in un altro bel posto che si chiama Parco degli Eroi e non è in questa regione. Affinché possiate capire sono d'uopo delle spiegazioni , se non d'altro almeno dell'esempio dei finocchi , così fuorviante pe

Tartacronaca Nr.10 - Senza chiavi e col cervello all'incovercio

Progettare il futuro Da piccola mi divertivo a parlare al contrario , a mettermi il pigiama alla rovescia, e quando volevo strafare anche "col didentro di fuori", leggere da destra verso sinistra, ribaltare il senso di quello che volevo dire pur non conoscendo ancora il sarcasmo e appiccicare le figurine all'ingiù, ricoprendo di colla il lato disegnato. Per quest'ultima trovata in particolare mi assegnarono ad honorem una laurea in demenza precoce , che non fa curriculum ma ti esenta dal doverti iscrivere all'università per ottenere un titolo - ce l'hai già -, oppure ti permette di essere un plurilaureato anche se come me hai fatto solo tre anni di università frizzo e del lazzo in salmì , con un anno in Erasmus per non rischiare che proprio all'ultimo comparisse qualche motivo per studiare davvero, dopo che per 13 anni di carriera scolastica ne hai fatto sfacciatamente a meno. Spesso per vestirmi partivo dal cappello, poi la sciarpa, il cappotto e co

Tartacronaca Nr.9: tartarughe milanesi a Londra

Adolescenza is back! L'estate scorsa il caldo e i troppi sbattimenti di guscio mi hanno convinta a prendere le distanze da Milano per qualche giorno. Mi sono impegnata in una serie di trasferte non scontate, se si considera che viaggio con la casa in spalla . Vi racconto questa avventura adesso che siamo quasi a novembre perché fa freddo e non è male ripensare al caldo anche se poi si patisce ancora di più per maggiorazione dello squilibrio termico, una questione psico-somatica come l'80% dei disturbi di moda in questi anni. Era agosto e, avendo le ferie, prima sono andata a Londra per 4 giorni, poi sono tornata a Milano e in un tarta-lampo mi sono catapultata a Budapest (avere il guscio è comodo, in certi casi!). Dopo 4 giorni di festival, interviste e lazzi vari, sono rientrata SU Milano (si dice così, una volta ve lo spiego) e, diventata venticinquenne , ho virato su Grosseto, per altri 4 giorni di facezie condite con interviste ( una, a Caparezza ). Vi racconto

Tartacronaca Nr.8: Vattene, non mi dire addio

Muro estero di una casa in via monte altissimo, a Milano in zona Villapizzone "Se vuoi andartene - mi ha detto Milano una domenica mattina - vattene e basta. Se vuoi cambiare citta' fallo, non addiarmi, se mi addii avro' il tempo di trattenerti e alla fine resterai" "Ma come cavolo parli?" "Senti come suona bene: AddiaMI! Naturalmente a te non e' concessa la liberta' di inventare siffatte forme verbali, ma la tua amica tartaruga lo fa di continuo. Serve un certo grado di..." "Sbruffonaggine? Egocentrismo?" "Avrei detto superiorita', ma non m'importa adesso. L'importante e' che tu abbia capito che non te ne andrai!" Stavo camminando su un ponticello dalle parti di Piazza Conciliazione dove gia' al mio arrivo Ella si manifesto' alle mie orecchie. Penso che non ci passerò mai più per non correre il rischio che Ella mi parli di nuovo: la trovo inquietante, anche perchè non capisco da dove

Marcovalda

PREMESSA Ho scritto questo racconto umoristico in quinta liceo, su suggerimento del mio professore di storia dell'arte - un insegnante di quelli che insegnano a vivere, non solo una materia - per un concorso di urbanistica a cui partecipammo e da cui tra l'altro uscimmo vincitori. Si riferisce alla Cittadella dello studente di Grosseto, sede di alcune scuole tra cui il liceo scientifico dove ho studiato e di impianti sportivi per studenti. La circolazione all'interno dei cancelli, aperti 24ore su 24, è consentita anche ai mezzi pesanti, con conseguenze poco simpatiche. Lo stile riprende volutamente quello del Marcovaldo di Calvino e alcune vicende sono ispirate a fatti accaduti a miei compagni di scuola. Marcovalda ovvero “Andare a scuola alla Cittadella” Liberamente ispirato a “Marcovaldo” di Italo Calvino Ogni benedetta mattina segnata in verde sul calendario, Marcovalda deve destreggiarsi nel traffico della “Cittadella dello studente” e spesso

Tartacronaca Nr.7: Non dire Milano (tartagioco)

Gioco del mese sarà provare a vivere in una citta' dalla fama ingombrante senza pronunciarne il nome. Vi spiegherei il motivo di questo trastullo mentale, ma mi squilla il telefono; dovete scusarmi, anche le tartarughe hanno i loro affari qui a....in una metropoli alacre come questa. E' un mio amico che di lavoro fa il rappresentante e viaggia molto in treno facendo un sacco di telefonate per ammazzare il tempo. L'occasione ideale per il mio esperimento!   "Dove vivi adesso?" chiede dopo nemmeno un minuto dedicato alle informazioni di base sullo stato di salute reciproco (un'orgia di "bene" e un paio di considerazioni sul raffreddore) "Nel Nord Italia. A proposito - divago - sai la famosa nebbia in Val Padana?" "Eh"  "Non c'e' mica più! S-P-A-R-I-T-A! Come le mezze stagioni e le cabine telefoniche. Secondo te esiste un mondo parallelo dove traslocano tutte le cose che se ne vanno dal nostro? Ci sarà anche il

Tartacronaca Nr.6 - Firenze mi fé disfecemi Maremma

Le tartarughe non hanno i denti ma li vorrebbero Le tartarughe non hanno i denti, ma se li avessi e me ne togliessero un paio, così, a sorpresa, credo che sentirei un discreto dolore. In effetti è proprio quello che è successo alla mia controparte umana durante il nostro breve soggiorno in Toscana. Siamo andate dal dentista per tutt'altre ragioni e gli abbiamo lasciato almeno due chili in denti , visto che uno dei due era una zanna di mastodonte. Poco male, c'era l'anestesia. La mia controparte umana ha reagito all'iniezione come se le avessero somministrato un litro di glucosio nel sangue: iperattiva, ha toccato tutti i cartelli dallo studio alla macchina, chiesto informazioni non necessarie, pulito gli interni dell'auto, spolverato un passante. Poi le è venuta fame. Fame vera, da bistecca. "Fino a domani sera solo frullati e gelato, mi raccomando. Poi per altri cinque giorni sempre solo cose che non si masticano." Maledetta assistente, non pote

Tartacronaca Nr.5 - La pianta milanese della felicità

Supermercato, ore 21.50. Cassiera a ragazzo, lui ha appena comprato una pianta: "E' un ficus, la pianta della felicità, vero?" Ragazzo, con espressione assente e seccata: "E' una pianta da appartamento." (Cassiera perde quel briciolo di autostima che le aveva dato il coraggio di tentare una mezza conversazione al termine di un turno massacrante.)  Mi è venuta la tentazione di avvicinarmi e guardarlo con un monocolo immaginario come se fosse un'opera d'arte di rara bellezza , per poi dirgli: "Semplice, essenziale: sei tu. TU SEI MILANO!". Sarebbe stato da portarlo a Rimini dentro a quel parco con la riduzione in scala delle città italiane e metterlo al posto del duomo di Milano che riempirebbe a meraviglia quel brutto spazio vuoto in camera mia (oltre a diventare un bersaglio perfetto per una serie di giochi da tiro). Il giovanotto avrei potuto lasciarlo lì per i padri etnologi dei bambini costretti ad amare la geografia, ins

Tartacronaca Nr.4: a Milan-Summer Nightmare (Incubo di una notte a Milano d'estate): cosa si dice in giro

A Milano se ne se sentono tante , anche con questo caldo. Mi sono presa la briga di collezionare le più rappresentative, per offrirvi un rinfrescante momento di compassione verso chi ha passato agosto in questo infern...ehm in una bellissima città piena di musei a ingresso gratuito (libera citazione da TG sentito in un bar). A rileggerle, mi viene il sospetto di essermele inventate, se considerate che a Mainland non c'è nessuno in questi giorni e quindi non capisco dove ne abbia raccolte così tante. [Essendo una tartaruga non posso sorridere, altrimenti avrei apposto un simpatico smile :) per farvi capire che scherzo. Sapessi inventare così bene sarei altrove, a fare altro.] "MILANESATE AL MANGO" a Milano gusto dell'estate 2012 (crescono in zona Zara): Nella vetrina del forno-pasticceria di Via Astesani, Milano-Affori  " Quest'estate vanno i colori fluorescenti, soprattutto sulle scarpe da ginnastica. La gente per strada deve far caso all

Tartacronaca Nr.3 - Intervista a I Ministri al Sziget Festival di Budapest

http://www.toylet.it/2012/30544/intervista-a-i-ministri-allo-sziget-festival-2012-il-nuovo-album-esce-ad-aprile.toy   Alle interviste non ci si abitua mai e farle rimane una gioia unica. Un lavoro che diventa una missione e ti paga soprattutto in termini di soddisfazioni, ricordi, strullate inventate mentre tenti strappare un consenso ad un addetto stampa o un accesso a un bodyguard, persone che incontri mentre che ti metti in ridicolo per raggiungere l'obiettivo. Una tartaruga parte avvantaggiata, perché nessuno sospetta sia una rompiscatole, ossia una giornalista. Ulteriore agevolazione ci deriva dal fatto che ci vedono solo le persone molto molto basse, o i Puffi. Quando ci sono loro in giro non c'è stratagemma che tenga. A un Puffo, non la si fa. Anche quest'anno al Sziget Festival di Budapest mi hanno legato i braccialetti identificativi al guscio. Abbiamo subito ritrovato quell'illusorio senso di potere che ti possono conferire se sei a corto di

Tartacronaca Nr.2: Fuori il guscio! (Tartasaluto alla compare schiscetta)

Un vero amico, quando si trasferisce all'improvviso Oltralpe, non ti lascia solo lo shampoo aperto e un vestito . Ti lascia anche la bici.  L'amico straordinario, inoltre, pensa a quello che farai senza di lui e così in casa ti troverai una sacca di tela piena di fazzoletti.  Come a dire: non mi hai voluto salutare, almeno ora piangimi (il comune di Milano ringrazia per PiangiMi, campagna PE 2012)! A volte non ci sono parole e gli animali parlano meglio di me, perciò lascio la parola alla mia Tarta.  C. Faccio caso ora al nome di chiara ispirazione Maya. In ogni caso, se devi morire di raffreddore, almeno fallo con confezioni da NOVE fazzoletti (competono con l'Ungheria e i suoi pacchetti da 19 sigarette). Tartacronaca da Milano , 25 Luglio 2012 - Ora comincia il bello. Quando la terra si fà dura, noi tartarughe iniziamo a scavare d'anticipo. Quest'inverno arriverà una gelata pazzesca, anzi è già iniziata in questi giorni.   Gli umani si fanno

Tartacronaca Nr.1 Mi avevano promesso una vita noiosa, invece...

Noi tartarughe siamo lente. A volte ci serve un'ora per finire una manciata di susine, anche se c'è in corso una gara contro la bambina che ci porta da mangiare. Nel tempo che lei se ne divora sei, noi ne finiamo due, dopo averle recuperate dalla fessura tra i mattoni della nostra casetta parasole dove le abbiamo fatte ruzzolare per sbaglio. Anche le emozioni, le digeriamo con lentezza e non siamo mai state in lizza per il Premio Svegliezza e Reattività . A suo tempo, infatti, mi sono resa conto di essere incinta solo all'uscita del secondo uovo dalla mia coda.  Il primo ha pagato care le conseguenze della mia scoperta tardiva: mi è scappato mentre camminavo. Da qualche ora avvertivo un certo fastidio e avevo voglia di scavare, tant'è che avevo iniziato una buca senza sapere cosa farci. Mi ero allontanata dagli scavi per cercare dell'erba - tutta roba legale, se ricordo bene - e mi è ruzzolato via un globo bianco nemmeno troppo leggero. La bambina delle

Domenicala a lugliolo

Sorrisi impossibili, risate di salvataggio.  Leggero fuori è meglio. Farcitura morbida e centro - non cuore - di piombo,  pesante e collassato. Il piombo non collassa? Facciamolo collassare, solo per stanotte e che non lo sappia nessuno. Se invece collassa, a che cazzo serve? Di sicuro non si rompe, al più, secondo me, collassa. Dirtelo non si può, e che non ci sei è un bell'aiuto. La banda è larga, non alta, per fortuna. Arriva il senza fili, lassù? Io lo scrocco da quello dell'ottavo,  ma mica prenderà pure sopra le nuvole e poi mica lo sapresti usare,  ora che ci penso.             Mi senti? No, non mi senti.  Allora vado eh?  Devo dire un po' di cose che non devi sapere. Com'è tutto diverso, oggi. Cos'è questa seconda dimensione? Internet, dire e non dire. Criptare Criptare Criptare Scelgo io,                                   cosa è bene ricordare di una giornata. Domenica, ti faccio finire alle ventitré, tutti tristi per partita,

Libro e tazza

Disegno dell'illustratore ungherese Zsolt Vidak, www.vidak.hu 27 giugno 2012: ciao Budapest, mi manchi. Anche Milano non è male, lo sai che ci sono le corti anche qui dentro i palazzi? Mica dappertutto però, tranquilla, vinci ancora tu! Mi manchi, città senza grondaie, mi mancano persino i panini a mezzaluna che non capisci come caspita fare a imbottirli! In attesa di finire tutto quello che sto scrivendo e che ti riguarda, Budapest, ti ridedico quello che scrissi in quell'ultimo giorno. Il giorno in cui mi hai rovinato la reputazione e mi hai fatto piangere. Davanti al tassista. E all'aeroporto. E alla toilette, ma tanto quello non lo sa mai nessuno. Di solito. A te, Tazza e Libro, con un bel sorriso. Claudia Tazza e Libro ( racconto) Un libro e una tazza di porcellana. Piccole mosche dipinte e, sul fondo, una polvere che sembra caffè, ma emana essenza di sostanza divina.
 Due oggetti, un gradino.
 Ipotesi, pensieri, vita che dovrebbe andare avanti lo stesso,