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Visualizzazione dei post da agosto, 2014

Qualcosa non va, cara?

Pare non sia sempre colpa delle città, quando senti che qualcosa non va. Lo dicevo l'altro giorno a Rognone, un amico mio sempre un po' melanconico. Nella vita ci sono talmente tanti aspetti da valutare, ovunque tu sia, che ci saranno sempre delle cose che vanno bene e altre che vanno male o che non vanno affatto.  Anche se vivessimo in un palazzo d’oro, tra stanze senza pareti,  separate invece da veri alberi con i rami e tutto, le cui sale conciliano la bellezza del mare e la frescura dei boschi di montagna. Pure se a colazione, nella nostra dimora dorata, ci dessero il miglior caffè brasiliano, un brasiliano (ma che scrivo) e una ciotola di fragole cresciute al sole e se in aggiunta dormissimo tra lenzuola di seta leggera sempre fresche di bucato, se sotto casa nostra ci fossero il mare, un lago, un fiume e un'Esselunga: uno per nuotare, l’altro per incanalare la malinconia, il terzo per abbellire la tenuta nel complesso o corrervi vicino, l'ultima perché va

Ecco perché trovi dappertutto il nome di quello/a che ti piace e vuoi dimenticare (o le altre parole che ti ossessionano)

"A me per esser stato contumace di non voler Agria veder nè Buda che si ritoglia il suo sì non mi spiace" Ludovico Ariosto, Satire (Satira I, v. 127-129) "Lavali ancora un po', c'è ancora un po' di polpa attaccata alle bucce" "Come scusa?" Luisa, una capigliatura tra le più belle, gli occhi dolci di un micio al buio, la simpatia di una clavicola rotta. "Dico che se ti serve il lavandino fino a mezzogiorno va bene, non sono in ufficio per lavorare, mi piace ammirarti mentre spappoli i mirtilli". "Oh, come sei complicato!" Torto non possono dargliene e d'altronde chi se ne frega di pulire la tazzina del caffè. La deposito su un mobile qualunque e torno alla scrivania, lasciando la mia sveglia collega a macerare la frutta per nutrire il condotto dell'acqua. Mi siedo, riprendo il lavoro da dove lo avevo lasciato: 4500 punti all'ultimo gioco di sopravvivenza. Gareggio contro Gabriele, il mio amico di sempr