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Visualizzazione dei post da 2015

10 tipi di articoli per avere successo sui social media - 10 types of articles to hit the big thing on social media

[ENGLISH BELOW]  Il metagiornalismo è una cosa molto divertente. Per esempio puoi scrivere un articolo e intitolarlo "10 tipi di articoli per sfondare sui social media” che è a sua volta un modo di avere audience sui social media.  Questo venerdì, dopo una serata turbolenta, sono tornata a casa e senza alcuna ragione se non quella di scocciarvi, ho scritto un articolo sugli articoli che sfondano sui social media all’alba del secondo quinto del terzo millennio, cioè ai giorni nostri, quando il successo non si misura in copie vendute, ma in condivisioni nella pattumiera blu che si sta portando via i nostri anni migliori. “Vieni a vedere la luna piena?” “Sei matto? L’ho già vista quando ero piccola, voglio restare a casa a controllare Facebook, va che qualcuno si fidanza ufficialmente e mi sfugge!” “Va bene, ma dopo vieni a cena?” “Ho già cenato.” “Sono le sei, quando hai cenato?” “Lunedì.” “Ah, ok. Buona serata.” Riprendiamo il filo che già avete il tasso d’a

Are you writing about me?

"Are you writing about me?" asks Lukas, finally interrupting a staring-in-mute-mode lasting about ten minutes. "Sure." "Oh. I'm flattered! Seriously?" he's almost jumping on the little wooden chair. "No way." "Why not?" "Why should I?" "Am I not interested enough, for your standards?" "Yes, that's the reason." "What is that about, then? Aliens? Or maybe some stupid man you are dating with no hope, but observing his masculinity?" "Yes. Both." "I hate you, Abby." "I hate myself too, so we are in the same ship, Spider." Lukas likes to be nicknamed. We both stay quiet, he sipping his mango juice, me writing a sentence I will delete, just to find the balance again and stay in the writing dimension. It's really like standing on a single foot. You must reach a certain level of concentration, in order not to fell, or rely in the other foot. "

Mi hai rovinato la vita!

"Buonasera" si fa per dire: tira burrasca, se questo scassabarattoli bussa a mezzanotte e venti. "La lavatrice. Ci da fastidio." "Innegabile." "A quest'ora non si può fare questo rumore con la lavatrice." "Se le dicessi che invece sto dando una festa andrebbe bene?" "Ti ho detto altre volte che non si..." "Non si devono fare le feste. Certo, ricordo. Ma se proprio accadesse tanto varrebbe che avviassi una lavatrice, no? Tanto fracasso per fracasso..." "Spegni la lavatrice, d'accordo?" "Volentieri. Le dò una tinozza allora." "Come?" "Così li porta giù e me li finisce di lavare lei." "Nella mia lavatrice?" "Se le dà noia la mia figuriamoci la sua: no, genio, dicevo a mano! Ah, importante: il vestito nero prima di tutto, che se non s'asciuga entro domani non posso partire. A meno che non me ne dia un altro lei, ma mi pare non sia il suo stile."

La finestra quadrata - The square window [From my novel]

Please, scroll down for the English [...] Ci fermammo a pochi passi da Ponte Vecchio. Mi voltai a guardare indietro senza una ragione altra da quelle scritte dalla natura nel nostro destino. In alto notai per la prima volta la finestra quadrata. Una vetrata a tutta parete, dal pavimento al soffitto, al primo piano del palazzo dalla vernice pastello dirimpetto all’ingresso del Ponte, alla fine di Via Por Santa Maria. Potevo vedere la sagoma di una donna. Anche se non mi era possibile vederne definiti i contorni, la immaginai sinuosa, infilandosi lenta e consapevole in un letto bianco, attesa e osservata da un meraviglioso uomo dai capelli sale e pepe. Mi piaceva molto dire “capelli sale e pepe” quando ero al liceo, per questo la mia fantasia lo fece così. Potevano fare qualsiasi cosa mentre intanto ci guardavano, noi e il resto del mondo. Quante persone attraversano il Ponte Vecchio in una giornata? Milioni. Da dove vengono? Da qualsiasi parte del mondo. C’erano inoltre gli abitant

Ecco il motivo segreto per cui abito a Budapest

Gli alternativi le pagano tutte, le loro manie di distinguersi e lo stesso succede a quelli che non hanno nessuna alternativa in mente, ma godono come disperati dal mostrarsi strani, dal disprezzare ciò che sembra piacere a tutti. Nelle ultime settimane ho cambiato la risposta alla domanda che mi viene rivolta più di tutte dopo "Ma ti stai lavando i denti?", che è un po' con il meteo: sembra incredibile, ma ha una popolarità senza paragoni. Siccome abito all'estero e non a Londra, nemmeno a New York, a Parigi ,neanche a  Città del Vaticano - che quando ci andai la prima volta dopo mi gasavo di essere andata "all'estero" - quasi ogni giorno qualcuno mi domanda "Come mai abiti a Budapest?". Da una settimana ho smesso di inventare programmi di studio in università infratellate, gemellose o come si dice, di raccontare del lavoro che di là non c'è e qui figuriamoci ma io ce l'ho, di ricordare quanto la mancanza di questa città di stritoli i

[NEL CESTINO DELLA CARTA] - Budapest, call center: lavorare dopo un presunto lutto

Seduta alla scrivania nella stanza dove passiamo la giornata in venti, su Internet trovo articoli su come affrontare la morte di un amico, di un genitore, di un fratello, di un figlio, di un fidanzato, ma anche dell'amante, di un cane, di un gatto, del vicino di casa e del personaggio famoso di cui si è stati ammiratori sfegatati. Niente su come superare la scomparsa di uno stretto conoscente al cui fianco si è trascorsa la maggior parte della vita dopo i sedici anni d’età. Non un suggerimento di Google su come evitare di pensare a quel coglione quando la società palesava i suoi rigurgiti sotto forma beoti che si proponevano come candidati politici che lui, Triste, avrebbe accolto storcendo la bocca e sputando a terra, anche su un tappeto costoso, perfino di fronte al capo, senza rispetto per niente e per nessuno, tranne che per me. Alzo gli occhi dallo schermo, mi sentivo osservata. Manuel mi sta fissando e non ho abbastanza saliva sotto coperta per accogliere il suo sguardo con

Matematica del bacio / The mathematics of kissing

Nella tua matematica come si chiama l’effetto di un bacio quando è solo l’ultimo? S’immerge nella tua ombra l’alta proiezione di un monte con le sue foglie scure, il mio scudo dal tuo pallido cuore Il buio, i mattoni, l’ubriaco: poteva essere più brutto? Risvegliarsi pieni d’errori a bere caffè d’aria. Andare, restare, lasciare, perdere, vincere, distrarsi.  Ti chiamo. Aspetti…poi dici “vorresti”. Vorrei, ma dico solo “hai dimenticato una valigia" ed è piena di verbi. In your math how do you call the effect of a kiss when is only the last one? It dives in your shadow the high projection of a mountain  with its dark leaves, my shield against your pale heart. The darkness, the bricks, the drunk man: could it be more unsightly? To wake up full of mistakes to drink coffee made out of air. To go, to stay, to leave, to dump, to win.  Find something else to think about. I call you. You wait. Then you

Top 10: How to spot a writer - 10 modi per (ri)conoscere uno scrittore

When you are talking with a person, after a few minutes you can realize that he/she's completely crazy, looking at you like if you were an alien, or like if he/she was an alien. However, you can state he/she ain't normal. Chances are that if you ask if he/she is a writer the answer will be "no", but if you dig deeper asking if he/she wrote something, those "two or three novels, but badly written, a collection of short stories still unfinished, plus a screenplay to edited" will come up. He/she disappears for long periods without an explanation, switching his/her mobile off and staying offline or at least not replying to emails and messages. Eternally on a rush, he/she spends his/her life running between errands with the hope to finish them all on time to seat down and, finally, live. Namely, to write. Call him/her 20 times doesn't work, if he/she's writing your bean soup can even reach the evaporation point, the writer won't move from the

Grazie per l'attenzione

Buongiorno cretini, siamo il Ministero del Mistero e l'ufficio stampa dell'altro ente la cui esistenza si deve alla simpatia tra R. e S., che lo dirige con grande presenza d'animo, per carità. Vi abbiamo convocato per parlarvi di questo argomento, di cui non possiamo dirvi altro, ma fate pure domande. In quanto non si possono in alcun modo assicurare tre cose l'anno di cui otto inutili come del resto, amico, sei anche tu che leggi se leggi, giacché leggere é inutile, come tutto ciò che dalla bellezza è guidato verso l'inevitabile splendore del giusto. Diffida da ció che é utile, disse il Ministro con la emme maiuscola, e anche dai parchi, molto difficili da costruire, non avete idea, i milioni! Parteciperemo, ad ogni modo, perché cosí ha deciso Lajós. Vorremmo noi, secondo Voi, regalargli un libretto per il compleanno a Lajós? Vorreste? Sono i quarant'anni di certi enti e i trenta di certi altri, ma mia figlia ha comunque due mesi, sapeste com'é dura tenere

Il mondo è pieno di ladri (il tempo per scrivere)

Quando finalmente arriva l'ora libera per scrivere, le due di notte, ti dicono che c'è da spostare le lancette in avanti di un'ora. Sono le tre, idiota, vai a letto ché poi domattina ti alzi tardi... Il mondo è pieno di ladri. Almeno dal punto di vista di un essere umano, ma posso intuire senza evidenza empirica che questo sia un dato di fatto anche per gli altri animali e mi prendo l’appunto di procedere quanto prima a una serie di interviste a qualche rappresentante di specie differenti. Positivo che almeno i ragazzi giù allo zoo cittadino confermeranno la tesi: gli hanno rubato tutto e li guardano pure mentre vanno avanti e indietro nei recinti, nudi della loro storia e di qualsiasi speranza.  Il mondo è pieno di ladri. P er nascondere questa verità è stato studiato un sistema che riconosce valore e appetibilità solo a cose di nessuna importanza, come i soldi, i frontalini delle autoradio e delle pietre ritenute diverse dai sassi perché ci paiono più colorate. Oggi,

Un futuro a nove colonne

Tra quaderni e ripassi  di anno in giorno ogni notte sognavo sognavo ogni notte il giorno un'attesa d'una notte in sogno dove il giorno era  ascesa Sveglio e piccato una candela nascosta ad aspettare il sogno  limpido e colorato. Guardavo ombre agitate come burrasche, uccidersi a vicenda un pugno stretto, il pigiama senza tasche. Nei miei sogni abitavo nella luce e c’erano uffici spaziosi e giganti di finestre.  A volte erano sogni al buio, ma di un’oscurità misteriosa e voluta, un velo nero e lucido steso sulle domande dei giovani.  Elettrici, brillanti di riflessi e viola di discoteche i miei sogni proiettati sul soffitto nella penombra fresca,  di una stanza di campagna Davano: un futuro a noveUn  colonne, macchine da scrivere infuriate frasi spezzate male per pareggiare un titolo caffè dimenticati nel freddo e viali o strade, e sussurri o biglietti intrighi e curve, troppe donne,  mai abbastanz

Quella notte a Londra, da Carl Marx (Parte 1)

Un disperato bisogno. Lo avevano avuto molte volte l'una dell'altra , ma mai in modo cos ì reciproco e urgente come in quella lunga notte dalla luna voltata all'indietro , a nord di Londra. Una luna di miele per l ’ amicizia tra Daniela e Marvel, il primo un normale nome di battesimo, il secondo un soprannome dato alla ventenne da un ragazzo conosciuto ai tempi del suo lavoro ad Elephant and Castle, in un locale dagli affari che definiremo poco trasparenti e comunque ben distanti dalla scritta "Club Sandwich" lampeggiante sull'insegna blu e fucsia. Secondo i pi ù , Marvel era un'abbreviazione di "marvellous" e un tributo a una fattiva bellezza contraddistinta da infiniti capelli  brillanti come il legno di un tavolo di mogano ben lucidato, una caratteristica che si addice al nome Margaret e alla parola "marvellous", almeno nell'universo culturale di chi è cresciuto leggendo romanzi dell ’ Ottocento.   La ragazza, che bril