Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da marzo, 2016

Signore e signore, un pensiero!

Budapest, graffiti. Foto di Claudia Leporatti (https://www.instagram.com/claudialepo/) L'idea di iniziare a pensare mi è venuta oggi che saranno state le otto e trenta. Ammetto che non mi ero alzata da tanto, perché ieri sono andata a letto dalle cinque del mattino e ho dovuto farmi tre ore di sonno molto fitto per sentirmi pimpante di nuovo.  Ho pensato: oggi potrei provare a fare qualcosa di nuovo, per esempio pensare. Il fatto che io lo stessi  pensando mi ha incoraggiata: avevo già iniziato, non è meraviglioso? E così dopo ventisei, ventisette, ventotto anni o quanti sono non ricordo, ho provato questa cosa del pensare. Più in là magari diventerò così brava da lanciarmi anche sulla riflessione, mai dire mai. Per ora sono abbastanza soddisfatta di questi miei primi passi mentali, anche se non ho capito bene quando dovrei inserire tale azione tanto decantata.  Prima o dopo il caffé? A digiuno? Prima di coricarmi? Ho concluso che una buona soluzione è farlo mentre mi lego le

Tartacronaca dagli Antipodi: chi va piano va sano e va in Nuova Zelanda

Buongiorno. Per onestà premetto che non sto scrivendo questo pezzo perché sono stata in Nuova Zelanda. La Nuova Zelanda non c’entra niente, ma comunque parlerò di quella. Scrivo questo post sulla Nuova Zelanda perché sto guardando un documentario su uno dei tanti casi di ingiustizia negli Stati Uniti in cui un uomo sta scontando una condanna a vita senza colpa. Roba che se la guardi di notte prendi sonno nel decennio successivo. Sul serio, ti sale un nervoso che prenderesti a pugni il muro, ma il palazzo dove abito regge l’anima con i denti, meglio accumulare rabbia repressa e, intanto che stai sveglio, ricordare il più lungo viaggio della tua vita. Dunque tempo fa era il 13 gennaio. In Nuova Zelanda erano quasi le nove di sera, in Italia  quasi le nove di mattina e noi, noi. Chi lo sapeva. Stavamo sorvolando la Cina o uno dei Paesi limitrofi tipo la Mongolodia, più sette rispetto all’Italia, quindi potevano essere all’incirca le quattro del pomeriggio. Per noi - a prescindere da